"...Tra terra e cielo, nel luogo dove i segni danzano, il tempo dell'uomo rutilo fugge."
Nella foto: Ferruccio Cajani nell'agro brianteo.

Ferruccio Cajani: una biografia

È nato a Milano a Porta nuova. Compie studi umanistici con buon profitto.
Negli anni verdi, incoraggiato dai genitori e dall'amico Garavaglia, si dedica a tempo pieno al graffitismo rupestre domestico. L'opera al suo compimento desta ammirazione e la popolazione del quartiere accorre in festante visitazione.
Nel 1976 pubblica "Squille belle squille eterne e altre poesie figurate" nate dal segno della poesia e della poetica di E.A.Poe: del grande autore americano vi compaiono "The Bells" in parte liberamente reinventata e "Ulalume" ritrascritta in sonanti endecasillabi.
La tensione poetica corre su due fili conduttori che sono allo stesso tempo antitetici e complementari: da un lato la sempre più piena consapevolezza del prevalere del momento iconico rispetto alla inventio ed elocutio letterarie nella formalizzazione scritta del linguaggio; sull'altro versante il segno acustico verbale si dissolve in fonemi  che vengono ordinati  secondo uno schema - spartito - di tipo musicale.
Il momento eidetico viene approfondito in "10 poesie" anch'esso pubblicato nel 1976. Un messaggio poetico espresso in medio linguistico inglese con intrusione di pochi relitti di lingue in fase di regressione dialettale viene visualizzato in dieci "quadri" usando tecniche diverse: tempere policrome, veloce pennarello, composizione di lettere trascrivibili.
Due nuovi libri "Vite di editori" e "Teofania" vengono composti interamente dall'autore in unico esemplare nel 1978 muovendo campiture cromatiche in dialettica con nastri adesivi colorati: il testo linguistico retrocede fino a ridursi quasi al solo titolo nella ricerca del santo oggetto, il libro abiblico.
Il 1979 per F.A.A. Cajani, - così ormai il poeta si firma al modo anglico - è un attimo lungo di polifonia orfica.
Nella propria casa tiene letture poetiche dei maestri italianai e dell'amatissimo Tennyson per pochi eletti  dell'establishment brianteo e nel bagliore di purissima luce albionica, talvolta accompagnato dalle voci trascoloranti del sindaco di Lentate sul Seveso e di Victor Lucena, vaga dal crepuscolo all'alba per le campagne di Fino Mornasco  declamando versi di W.B. Yeats, di E.A. Poe, propri e di John Donne.Il t3 luglio delllo stesso anno ad ora sesta mentrre vola su un aereo della Hiberian Airlane verso l'Isola Verde nel cielo di Carnavaron viene colto da raptus bardico e intona canti gaelici i passeggeri gli si raccolgono intorno e gli stessi piloti abbandonano la cabina per ascoltarlo rapiti. Jane Buchanan che vola al suo fianco gli stringe la mano e dice, con voce rotta dall'emozione: "You are Dylan reborn". Lungo la via incantata che porta all'isola mediterranea emerge l'edicola e là si disvela la sua opera perfetta: "Il tennista- anno 2 n° 12/Febbraio 1980".
L'acquisizione di tutte le copie stampate che sono circa 1.207.101,005 è finanziariamente tropo onerosa per il povero artista, ma in suo soccorso i potenti Luisa Villa, Alberto Madeddu, Roberto Pinetti, e Giordano Arzuffi orbitano un'OPA subito battezzata in Piaza degli Affari "La cordata dei Limbiatesi", dal nome della opulenta città dell'hinterland dove i quattro big vivono e operano.
La cordata dei limbiatesi con mano forte sgomina la pur agguerrita concorrenza e rastrella la maggioranza totale delle copie stampate già distribuite presso le edicole.
Con audacia incredibile Luisa Villa, aiutata da Alberto Madeddu che guida un enorme tir, penetra nei locali di distribuzione in via Zuretti n°52 e, armi in pugno, costringe gli impiegati a gettare tutti i pacchi del mensile eletto nel camion al cui volante siede impassibile il compagno fido. Un fischio e via a 180 all'ora.
Alberto e Luisa si involano felici con il tesoro.
L'opera viene montata con modulo epico. L'uno si sottomette ai più nella forma della scultura monumentale.
In seguito l'elaborazione si sposta dal foglio alla tela, della comunicazione verbale alla cosa; il Logos si fa carne, il vero è ritrovato tra i fatti; Domopak argenteo,voluttuose carte, morbidi cotoni ciclistici.
Tra terra e cielo nel luogo dove i segni danzano, il tempo dell'uomo rutilo fugge.

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